STRUMENTI DI LAVORO

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ABCC' DEF GIJLMNOPQ R STUVZ

PIANTE &FIORI 

 ANIMALI

 

In questa pagina ho raccolto per comodità di consultazione i nomi di strumenti e attrezzi di lavoro inseriti nel dizionario. Le voci sono qui ridotte all'osso. Per maggiori informazioni, in particolare linguistiche, rimando alla singola voce nel dizionario alfabetico.

 

A 

Arpa - Frangicagliata: attrezzo con fili metallici paralleli per sminuzzare la cagliata (quagèda, v.). Detto anche lira (Jelmini cit.). Avrebbe almeno in parte sostituito l'autoctono scar (v.) negli anni '20, secondo Lurati ("Terminologia" pp. 137-38).

B 

Badì - Vanga.

Badira - Pala.

Barnasc - Paletta da fuoco.

Bazzi - 1) Insieme degli arnesi usati sull'alpe per la lavorazione del latte (Fransioli, "Ordini" cit); utensili arnesi in generale (Beffa cit., VSI); 2) masserizie = suppellettili e mobili della casa (Fransioli, "Ordini" cit., Beffa cit.). Secondo il VSI corrisponde all'it. bazziche = masserizie, cose di poco prezzo, di origine incerta.

Béna - Slitta con cassone per trasportare il letame. - (bena)


                                                                         Béna - foto da Vicari cit.

 

Bijaron - Cinghia di zaini, gerli, cadole. - (bisgiaron)

Binda (plur. bint) - Cerchio di legno regolabile per racchiudere il formaggio appena fatto (crènc'a) e dargli la forma. 

                                                                         Bint, Deggio - foto Tabasio


Binéira - Spannatoia, spannarola: cucchiaione di legno largo e piatto per togliere la panna dal latte nelle conche sull'alpe. Ha per sinonimo scramin (Jelmini, "Glossario" cit.). Ad Airolo e in Val Bedretto è detta lüla. - (bineira)

Blèca - Stamigna, telo a maglie larghe per togliere la pasta del formaggio dalla caldaia, voce bedrettese (Lurati, "Terminologia" p. 138, dallo sv. ted. Blache, o Blacha, Blecha secondo Dario Petrini Alemannismi in Leventina), ma anche dell'alta Valle di Blenio (v. Baer cit.). Altrove nell'alta Leventina è detta Pata. Blèca è anche copertone da carro, perlomeno ad Airolo e in Val Bedretto (Beffa; Lurati p. 158). - (bleca)

Blos, blus - Blusa da lavoro. Blos da téç = blusa da stalla. Airolo: blus.

Bofét, bufét - Soffietto. Macchina per soffiare il fieno scaricato dal carro nel fienile. - (bofet, bofett, bufet, bufett)

Bonza (z = ds) - Carro-botte per il trasporto del colaticcio (= giüs o pissöisc o pissina). Airolo: bunza.

Bòugia - Borsa di pelle o cassetta di legno con il sale per il bestiame. - (bougia)

Brénta - Brenta, recipiente un tempo di legno, poi di metallo, per trasportare a spalla il latte appena munto. - (brenta)

Budéla - Recipiente per tenere in salamoia la carne della "mazza": c'èrn in budéla. Il VSI dà bodéla, ad Airolo bodèla = mastello, in legno a doghe, in primo luogo per la zigra (v.). Beffa per Airolo dà budèla = botticella rotonda, alta, per la mascarpa. Lurati "Terminologia" (p. 141, 158) dà bodèla = mastello per mascarpa e carne in Val Bedretto. - (bodela, budela)

C 

Canton - Corda semplice (non doppia come la soga, v.) fatta di striscie di pelle intrecciate, di diverse lunghezze a seconda del carico da legare, munita di un cönc (v.) all'estremità. Airolo: c'anton. V. Vicari cit. p. 241.

Cavaléta - Sgabello del mungitore (a una sola gamba). Airolo: c'avalèta. - (cavaleta)

                                                                                              Cavaléta, Museo di Leventina, foto Tabasio


Cazzüi - Ramaiolo, a quanto pare più piccolo del cop, unico termine usato a casa mia. Cazzüi è utilizzato anche per indicare il "cucchiaio" del "trax" (escavatore).

Chèdra - "Cadola": attrezzo di legno, fissato alle spalle come uno zaino, per il trasporto di carichi. - (chedra)

                                       Chedra - foto Tabasio


Chésli (pron. chéssli) - Secchio di metallo. Airolo: chèsli. - (chesli, chessli)

Chèuni - "Manici" anteriori delle vecchie slitte da trasporto. V. foto sotto la voce còl. - (cheuni)

Ciucadüra, ciücadüra - Lunga pertica che serviva a sistemare i cöu (covoni) di segale sulla rasc'èna (rascana). A Dalpe cicadüra (M. Fransioli, "Dalpe", p. 107). Ad Airolo: g'üzzadüra, a Villa B. giügiadüra (Beffa cit.). Il VSI dà altre varianti ancora.

Còl, plur còi - Recipiente di legno, formato da due semicilindri dogati e cerchiati, per trasportare forme di formaggio una accanto all'altra. - (col, coi)


                                                                                         Còl, Museo di Leventina, foto Tabasio


Cönc, cöng - Chiavina (Scheda: attrezzo simile in Piemonte ): sorta di cuneo di legno duro con due fori, uno più piccolo e uno più grande, che serve a fissare la soga (v.) -> cönghè = fissare la soga (o altro tipo di fune) con il cönc.

                                                                                                Cönc - Museo di Leventina, foto Tabasio


Cop - Ramaiolo, a quanto pare più grande del cazzüi (v.). Ma a casa mia diciamo solo cop e copét, mai cazzüi.

Cot - Cote (pietra abrasiva per molare la falce e altri strumenti da taglio). "L'é nèç cumé chél di cot" = "è partito come quello delle coti", modo di dire per "si è squagliato, se n'è andato precipitosamente".


Cot 


Crazza - Contenitore per merci usati dai venditori ambulanti. 

Cröm - Grande cesta in legno intrecciato un tempo usata per il trasporto su slitta di strame, letame e altro (foto sotto da Vicari cit. p. 247).

                                                                                                     Cröm su slitta


C' 

C'arg'èiscia - Gerla a stecche larghe. V. jèrla. (c'arg'eiscia)

D 

Dartüi - Colatoio, grande imbuto di legno, un tempo munito di stoppia o altro vegetale (= faliscion, v. ), che serviva sull'alpe per filtrare il latte (dèrsc u lèç). Successivamente i vegetali - varianti da luogo a luogo - sono stati sostituiti da stoffa o reticolo metallico. A VB e Airolo è detto dartü, a Osco è pure dartüi (AIS cartina 1202).


                                                                   Dartüi, Museo di Leventina - foto Tabasio 


Drapon - Grande telo di canapa un tempo steso sul prato dell'aia e utilizzato per raccogliere i chicchi durante la battitura della segale (Fransioli, "Ordini" cit.). V. Zéira sul dizionario alfabetico.

E

F 

Farsüra - Spersola: tavola di legno o pietra rettangolare, inclinata e scanalata, nella quale scorre il saron che esce dalla crènc'a (Jelmini, Glossario Piora cit.). In questo senso ad Airolo è detta parsüra (Beffa cit.).

Fassüi - Piccone a gemma (?) per scavare rogge e canali, leggo in MDT, RL, fasc. 15, dic. 1978, che cita informatori di Deggio. Tipo di zappa usata per scavare canali, gravina (= attrezzo con manico di legno, il cui ferro serve da una parte come zappa, dall'altra come piccone), dice il LSI, che dà fassü per Airolo.

Fàuç - Falce. - (fauç, faucc, fauch)

Faucigia - Roncola, attrezzo per potare e tagliare rami, consistente in una lama ricurva fissata a un manico (Garzanti). Anche foucigia, fuucigia.


                                                                           Faucigia - foto Tabasio

 

Fiél, plur. fiéi - Correggiato, attrezzo formato da due bastoni di legno uniti da una correggia, usato per battere i cereali - in particolare la segale in Alta Leventina, v. zéira - e i legumi secchi. Dal lat. flagellum, secondo S. Sganzini. - (fiel, fiell)

Firadél - Filatoio (attrezzo per filare). Da firè = filare. - (firadel, firadell)


                                                                          Firadél, Deggio - foto Tabasio

 

Fòras - Forbice. - (foras, forass)

Forc'éta, furc'eta - Forca da fieno, a tre denti. - (forc'eta, furc'eta, forchieta, furchieta) 

G 

Giòva - Temperino, coltellino tascabile a serramanico, coltellino svizzero. - (giova)

I 

Incüsna - Incudine. Il LSI dà lincüsna.

J 

Jèrla - Gerla a bacchette distanziate, per trasportare fieno (diversa dal sciüéi, v. a questa voce). Secondo il VSI il termine ha soppiantato il più vecchio e da me mai sentito c'arg'èiscia, che lo stesso VSI dà non solo per Airolo - confermato da Beffa cit., anche nel senso figurato - ma anche per Quinto. - (jerla, sgerla)

- Giogo, "arnese di legno che si applica sul collo di una coppia di bovini da lavoro". Dal latino jugum. Jo si dice perlomeno ad Ambrì (mamma) e a Lurengo (Jelmini, "Quinto", p. 44). Keller "Beiträge" cit. dà jo a Catto e juf ad Airolo. Beffa cit. dà juf ad Airolo e jof a Piotta. Lurati dà giuf in Val Bedretto ("Terminologia" p. 145). - (Jo, Sgio)

L

Lira - Frangicagliata. V. Arpa.

Lisson - Sorta di scure con una lama ricurva perpendicolare al manico, tipo zappetta, usata per "scavare" nei tronchi d'albero fontane e "saledri", mi dicono a Deggio, a conferma di MDT, RL, p. 661.

                                                                                       Lisson - foto Tabasio
 

Livéra - Grossa sbarra di ferro usata per far leva. - (livera)

Lüla - Spannatoia. Nome della binéira (v.) ad Airolo e Val Bedretto.

Lunghègna - Corda di pelle intrecciata simile alla soga (v.) ma più grossa e più lunga. Si fissava con il cönc (v.) e con la mazza (v.) e serviva per stringere i mazzi di fieno che venivano da Cadagno, mi dicono i cugini di Deggio. - (lunghegna)

M

Mazza - Strumento di legno simile al cönc (v.), ma di forma più larga e tozza, con una sorta di ansa laterale invece del buco centrale. Serviva per fissare la lunghègna (v.). Info: cugini di deggio. 

Mèiz (plur.) - Racchette da neve artigianali (Beffa cit. per Airolo). Sing. mèizza, suppongo. - (meiza, meizza, meiz, meizz)

Méutra - Mastello, recipiente di legno a doghe per il trasporto di liquido, con manico rialzato, un tempo usato anche per la mungitura. Sv. ted. Melchter, lat. classico mulctra = secchio per la mungitura. Airolo: mèutra. - (meutra)


                                                                            Méutra (a destra) - particolare della foto pubblicata sotto la voce Chèifar (v.)


Mòdan (-nn) - Forma, stampo (per burro, spampézi ecc.). - (modan)

Mòdan 


Mota - Conca, anticamente di legno, dove veniva deposto il latte per lasciar affiorare la panna (crama); dimin. mutél (Jelmini, Glossario cit.). - (mota)

N

O

Obri, übri (plur.) - Arnesi e masserizie che si trasportano con la cadola, dal ted. Ober (Sack), dice Bontà cit. (p.17). V. ùbar e rostic.

Oróbi, uróbi - Lunga trivella (274 cm quella della foto sotto) un tempo usata per togliere il midollo interno dei tronchi di conifera facendone dei tubi per trasportare l'acqua, detti canoi (cannoni, v. anche a questa voce). V. le foto su M. Fransioli, "Dalpe" p. 42-43 e 138-9. Il termine "orobio" è già citato in un documento del Trecento (MDT, 15, 691), dice Fransioli ibid. p. 138). - (orobi, urobi)


                                                                       Orobi (che sembra una lancia) e canoi, Museo di Leventina - foto Tabasio

P

Panègia - Zangola, apparecchio per fare il burro (anche lombardo: penagia, penegia). C'è quella a stantuffo e quella rotatoria, detta panègia tudésc'a. -  (panegia)

 

"Panègia tudésc'a", zangola rotatoria. Foto trovata in casa.


                                                                           Panègia a stantuffo, Museo di Leventina - foto (poco riuscita) Tabasio

 

Parsüra - Spersola. v. Farsüra.

Parüsc - Grosso chiodo o cavicchio di legno utilizzato un tempo nella costruzione, lungo ca 10 cm (perlomeno in Val Bedretto, v. Lurati "Terminologia" p. 39). Secondo Beffa cit. i parüsc servivano a fissare le scandole - i sc'andri - sui tetti. Sono più piccoli dei tùbas (v.).

Pata -  Tessuto a maglie larghe usato per estrarre la pasta di formaggio (crènc'a; bügn ad Airolo e in Val Bedretto) dalla caldaia, prima di comprimerla nella binda (v.). In Val Bedretto è chiamata blèca (v.).

Pèra - Paletta da cucina, mestolo. - (pera)

Pic' - Molletta per stendere i panni. - (pich)

Pidriöu - Imbuto. Più grande il dartüi (v.).

Puàl - Piccolo fornello a legna (franc. poêle). - (pual, puall)


Q 

Rabòt - Pialla con lama dentellata usata per rendere ruvide le superfici da incollare. Attrezzo da falegname, non più usato. Rabotè = piallare con il rabòt. - (rabot, rabott)

Ranghinadó - Macchina a rastrelli multipli per spandere (spandiè) e ammucchiare il fieno (fè curéisc, mücè), che verso la fine degli anni '60 aveva sosituito in parte forchette e rastrelli. Pensavo fosse un termine dialettale invece scopro ora che si dice ranghinatore anche in italiano. - (ranghinado)

                                                                              Ranghinado' - foto Tabasio


Rasc'èna (plur. rasc'èi, anche se mi parrebbe più corretto rasc'èn, -nn) - Rascana: essiccatoio per i covoni di segale, costituito da due pertiche verticali infisse nel terreno con una serie di buchi in cui erano infilate stanghe trasversali. Quando ero bambino (fine anni '50) ce n'erano ancora un paio in un prato fra Dalpe e Cornone. Un tempo ce n'erano parecchie sotto il paese di Dalpe: v. foto su M. fransioli, "Dalpe" pp. 107-109. Il LSI dà anche il verbo rasc'anè = caricare la rascana. - (rasc'ena, raschiena, rasc'ei, raschiei, raschien)

 

                                                                                                                     Rasc'èna


Raslon, rastélon = grande rastrello metallico utilizzato per ripulire il prato di fino quando si carica il fieno sul carro. - (rastelon)

                                                                                Raslon, rastélon

Réssia - 1) Sega 2) Segheria. Airolo: rèssia.- (resia, ressia)

Riaröu - Graffietto (attrezzo munito di una punta metallica per tracciare linee su pezzi di legno, pietra, metallo, prima della lavorazione).

Róstic - Oggetto di poco conto o ingombrante, anche come insulto. Il significato originario è secondo E. Bontà, che dà in primo luogo rosti, quello di strumenti rurali, arnesi del mestiere e deriverebbe dal verbo rüsten (nel tedesco svizzero questo ha soprattutto il senso di preparare, mettere a posto). - (rostic, rostich)


S 

Scar - Spino, frangicagliata, utensile per eseguire la spinatura, ossia per rompere e agitare la cagliata nella preparazione del formaggio. Airolo e Val Bedretto: sc'ar. Lurati "Terminologia" (p. 137-38) dice che era il vecchio strumento autoctono, sostituito negli anni '20 dall'arpa (v.).


                                                                     Scar, Museo di Leventina - foto Tabasio


Scartèija, sc'artèija e deriv.  - v. sgartèija. - (scarteija, scarteisgia)

Sciüéi - Gerla a bacchette (scodas) unite (diverso dalla jèrla, a bacchette distanziate per il fieno). Forse a Ronco: svéi, ad Airolo: sciuéi, sciüöi, Beffa op. cit. - (sciüei)


                                                                                Sciüéi - foto Tabasio


Sgartèija, scartèija, sc'artèija - Scardasso, attrezzo per cardare la lana. Non so se sia quello della foto sotto o l'arnese munito di punte chiamato pure scardasso: quest'ultimo potrebbe essere lo spinàsc, da cui il verbo spinascè, usato per pettinare il lino, se bene interpreto la definizione data in MDT, RL, p. 693, che parla di spinasc da lin. Oggi il termine è usato praticamente solo in senso figurato per bestia o persona (in particolare donna) magra, mingherlina. Sgartèija con la g, usato a casa nostra, forse è variante dalpese, così almeno lo dà il LSI. Lurati ("Terminologia" p. 146/173) dà sc'artéijè = "far fuori" la lana grezza, cardarla, lombardo scartegià, lavoro eseguito per lo più a mano dai ragazzi. (sgarteija, scarteisgia, sc'arteija, sc'arteisgia)


                                                                                    Sgartèija (?) - da atlantelinguistico.it


Sialàta - Accetta a lama larga un tempo usata per tagliare la carne. Info: cugino di Deggio. Il VSI dà il termine solo per Quinto = mannaia del macellaio.  (sialata)

Siarét - Accetta (piccola ascia). - (siaret, siarett)

Siéz (m.) - Falcetto. Piccola falce ricurva per tagliare l'erba, dice Beffa cit., e così anche mia mamma. L'AIS lo dà per Osco come termine per la "falce messoria" e anche Jelmini Glossario cit. dice "falcetto ricurvo per mietere" (prasì). (siez, siezz)

Sìu - Ascia, scure. - (siu)

Soga, suga - Corda doppia, lunga parecchi metri, fatta con cinque striscie di pelle di vacca fatte seccare e intrecciate, utilizzata in particolare per tenere insieme il mazzo di fieno da portare sulle spalle e fissata con il cönc (cöng, cöngh), sorta di cuneo di legno duro con due fori, uno più piccolo e uno più grande -> cönghè = fissare la soga con il cönc. Airolo: sua. Per info più precise v. Vicari cit. p. 240-241.

Spinàsc, spinàsc da lin - V.  Sgartèija

Strüson - Sorta di erpice per frantumare in primavera il letame sparso in autunno e appianare i mucchi di terra delle talpe. Strüsonè = erpicare. Ma il LSI non lo dà. Beffa per Airolo dà rispettivamente strüsa e strüsè

 

T

Tabiél - Asse in genere di forma rotonda usata per caricare di sassi le forme di formaggio appena fatto in modo da spremerne del tutto il siero; usata anche per proteggere le giovani forme trasportate con la chèdra (v.) (Jelmini e Beffa cit., Lurati "Terminologia" p. 138). - (tabiel, tabiell)

Talòcia - (edil.) Sparviero del muratore: tavoletta quadrata con impugnatura sulla superficie inferiore, su cui il muratore mette la malta che gli serve di volta in volta. Per lisciare (valivè) si usa poi il fratàz (frattazzo o fratazzo). Termine diffuso in tutto il cantone, v. LSI.- (talocia)

Tanàia - Tenaglia. - (tanaia)

Tanvéla - Succhiello, trivella - (tanvela)

                                                                                Tanvéla - foto Tabasio

Tarciüra - Tirante del giogo (Lurati "Terminologia" p. 145), corda che attraversava il giogo (jo, v.) per raggiungere la slitta (Beffa cit.), dal lat. tractòria = arnese per tirare.

Tardénz - Forcone per il letame. Con quattro denti a dispetto del nome, almeno a Quinto e ad Airolo (Beffa cit.), non so se sbagli Lurati ("Terminologia" p. 70) a darlo "per lo più a tre rebbi" in Val Bedretto. Con tre rebbi è la furc'éta  per il fieno). - (tardenz, furc'eta)


                                                                            Tardénz - foto Tabasio

 

Tréntìn - Sega con telaio rettangolare che si usa(va) in posizione verticale, maneggiata da due persone, uno sopra uno sotto, per tagliare longitudinalmente tronchi in modo da ottenerne tavole (assi). Ignoro se sia di origine trentina. Ho visto usare seghe simili solo in Cina e qualche altro paese asiatico un paio di decenni fa. In Lurati "Dialetto" cit. trovo che nei dialetti lombardi e ticinesi trentin = 'boscaiuolo, molti trentini avendo svolta questa attività da noi'. - (trentin)


                                                                                      Trentin - foto Tabasio

 

Troncon, truncon - Lunga sega a due mani.

                                                     Troncon - foto Tabasio


Tùbas - Grosso chiodo di legno, 30-50 cm di lunghezza per 3-4 cm di diametro, più grande del parüsc, lungo circa 10 cm, un tempo usato nella costruzione di edifici (v. Lurati "Terminologia" p. 39). - (tubas, tubass)

U

Ùbar - Arnesi del mestiere (Airolo, v. Beffa op. cit). Anche übri: v. rostic. -  (ubar)

V 

Vèn - Vaglio, ventilabro: speciale canestro di vimini usato un tempo per separare il grano dalla pula spargendola al vento. Per estensione terreno a conca, avvallamento, spesso toponimo. - (ven, venn)


                                                                                Vèn - foto Tabasio


Véra - Ghiera: anello, cerchio di metallo o altro materiale che serve per fermare, congiungere, stringere, rinforzare (Vicari cit. p. 203). - (vera)

Z

Zapìn (z = ts) - Attrezzo per smuovere e far scorrere le "borre" (tronchi di conifera sramati). - (zapin)


Zapin - foto Tabasio


Zapon (z = ts) - Piccone. Non solo lev.. Da taluni usato invece di pic'on.


ABCC' DEF GIJLMNOPQ R STUVZ